Storia e Origini

Trani (Trane nel dialetto tranese) è un comune italiano di 53.959 abitanti capoluogo insieme a Barletta ed Andria, della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia.

È nota città d'arte per le bellezze artistiche ed architettoniche che richiamano ad un glorioso passato. Già sede della Corte d'Appello delle Puglie, continua ad essere un importante polo giudiziario con giurisdizione su undici comuni.

La città è situata sulla costa adriatica 43 km a nord di Bari, ad un'altitudine di 7 metri s.l.m. Una piccola insenatura naturale, generata nell'antichità dalla foce di un fiume ormai scomparso, corrisponde al porto cittadino. Il territorio è pianeggiante e si caratterizza, oltre che per i vigneti e gli oliveti, per l'importante attività estrattiva della pietra di Trani.

Origini della città

Dopo la caduta dell'Impero Romano iniziò in Puglia il periodo bizantino, caratterizzato da una pausa di dominazione longobarda e dalle minacce continue provenienti dal mare ad opera dei Saraceni. Fu comunque il Medioevo il periodo d'oro della città. Per cominciare, qui fu trasferita la sede vescovile, fino ad allora situata a Canosa, la quale era stata appena distrutta dai Saraceni nell'813. Già durante il periodo di appartenenza all'Impero Bizantino la città godeva di un certo grado di prestigio ed autonomia come punto di incontro tra Oriente ed Occidente. Di grande importanza era ad esempio il suo porto, punto di partenza e di ritorno di diverse crociate. Fu in questo periodo corrispondente alla prima crociata, precisamente nel 1099 che nella città si iniziarono i lavori per la costruzione della cattedrale in onore del santo patrono San Nicola pellegrino, un giovane greco in viaggio verso Roma che morì a Trani, dopo diversi giorni di malattia ed alcuni miracoli, e canonizzato subito dopo a furor di popolo.
La città era anche sede di un "ospitale" dei cavalieri Templari, con annesso imbarcadero e una magnifica chiesa (attuale Chiesa di Ognissanti).


Gli Ordinamenta Maris

Nel 1063 furono stilati per ordine di Pietro di Trani, conte della città a quel tempo, gli Ordinamenta maris (Statuti marittimi), che sono tuttora considerati tra i più antichi codici marinari, costituenti la testimonianza più eloquente della prosperità economica raggiunta dalla città nel XI e dal grado di maturità civile del popolo.. All'interno di questo codice sono racchiuse le norme che regolavano la navigazione, il trattamento economico dei marinai e dei ritrovamenti in mare, le regole dei nocchieri, degli scrivani e il contratto del noleggio. Negli Ordinamenta Maris viene considerata, per la prima volta nella storia della navigazione, la figura del marinaio fino a quel momento ritenuto un semplice schiavo al servizio del padrone. A questo punto, il marinaio acquistò una propria dignità, diventa il lavoratore che necessita una tutela. Alcune famiglie originarie delle Repubbliche Marinare arrivarono a stabilirsi in città, che diventava centro noto a livello internazionale, quasi una repubblica marinara. Ciò è confermato dalla presenza di un console veneziano sin dal XII sec. e da quelli di altri "uffici di rappresentanza" come Inghilterra, Olanda, e diversi paesi al nord delle Alpi, le cui sedi erano situate (come ancor oggi si può notare), nei caseggiati di fronte alla Cattedrale.


Federico II e gli ebrei

Trani appartenne all'impero bizantino fino al XII secolo quando cadde sotto la dominazione normanna e successivamente al regno di Federico II di Svevia. In questo periodo storico l'imperatore Federico II fortificò la città con una cinta muraria molto più ampia e vi fece costruire il castello nell'anno 1233. Fu senz'altro questa la fase di massimo splendore. In virtù della sua importanza strategica e commerciale, la città godeva di privilegi amministrativi concessi da Federico II. Il castello e la città divennero dimore preferite dall'imperatore e da Manfredi, suo figlio prediletto; in questo castello infatti, il 2 giugno 1259, quest'ultimo prese in sposa Elena Ducas(1242 - Lucera, 1271) figlia del despota d'Epiro Michele II. La città era oramai diventata uno dei maggiori porti dell'Adriatico. Contribuiva alla prosperità tranese un notevole insediamento ebraico, ivi presente da secoli, che animava i commerci e gli studi, e che in questo periodo era il maggiore dell'Italia meridionale; testimonianza di quel periodo sono le quattro sinagoghe. Due sono quelle conservatesi: la sinagoga 'Grande' - poi chiesa di S.Anna ed oggi Museo - e la sinagoga di Scola Nova riaperta al culto dopo cinque secoli (nella foto). Oltre alla ricca e fiorente colonia ebraica, vi si stanziarono anche i mercanti fiorentini, che affermarono che Trani era il più prosperoso porto dell'Adriatico dopo Venezia.


Periodo Angioino e Aragonese: il declino

La città attraversò un periodo di crisi (XV secolo-XVI secolo) sotto la dominazione degli Angioini e poi degli Aragonesi, aggravato dalla conseguente cacciata degli Ebrei, che da sempre avevano costituito un potente fulcro economico nella sua società, tanto è vero che ci è stato tramandato dal Medioevo un detto significativo, attribuito a Federico II ma probabilmente posteriore, che dice: Fugite Tranenses, ex sanguine Judae discendentes; che tradotto significa: “fuggite i tranesi poiché il loro sangue discende dagli ebrei”. Tuttavia la città quasi contemporaneamente, iniziò ad investire un ruolo prestigioso nel campo giuridico. A tal proposito è da sottolineare l'importanza sempre crescente assunta nel tempo dalla città e culminata con l'insediamento della Sacra Regia Udienza, l'equivalente di una attuale Prefettura, evento che diede vita a nuove prospettive di sviluppo economico e sociale della città la quale da centro marinaro e commerciale diventò anche centro principale, amministrativo e culturale della terra di Bari. Fu nel 1586 che la Sacra Regia Udienza fu ufficialmente insediata nel Castello Svevo e Trani divenne ufficialmente "capoluogo di Terra di Bari", primato che detenne per oltre 200 anni. Da allora la città divenne residenza di molti nomi illustri, avvocati, funzionari e magistrati, i quali vi si stabilirono portando con sé anche le loro famiglie delle quali conosceremo i Festa, i Manfredi, i Beltrani, ecc. Tali famiglie arricchirono Trani di tesori d'arte, preziose biblioteche e sontuosi palazzi. La città visse quindi un periodo di grande fioritura culturale grazie alla sua funzione politica.


Trani nell'epoca moderna Origine del nome

Ritrovò parte del suo splendore durante la dominazione dei Borbone. Trani ebbe lo stato di capoluogo fino all'era napoleonica, questo le venne tolto da Gioacchino Murat in favore di Bari (1808). Era infatti stata capoluogo della terra di Bari fin dal 1586.
Nel 1799 alcune famiglie fedeli alla famiglia borbonica e legati soprattutto alla marineria tranese, furono trucidate in massa dalle truppe francesi della rivoluzione, venute a Trani in nome dei nuovi ideali. Tra queste, si ritrovavano in particolare le famiglie di Lernia, Bianchi, de Feo, Bassi, Palumbo e Moscatelli.
Dopo questo massacro della popolazione la cittadina passò alla Repubblica Napoletana (vedi testo introduttivo). Dal 1815 al 1860 la città fu impegnata nella ripresa del suo primato giudiziario. Fino al 1923 Trani mantenne comunque, il suo primato di grande centro culturale e politico. È stata sede di tribunali civili e criminali con giurisdizione su tutta la provincia e, dal 1861 al 1923, della Corte d'Appello dell'intera regione pugliese.
Trani è oggi un comune membro dell'organizzazione internazionale Città slow, fondata in Italia in favore di un rallentamento delle frenetiche dinamiche moderne e per una migliore qualità della vita.
Nel XXI secolo la città ha ritrovato la comunità ebraica, divenuta una delle più importanti d'Italia.


Origine del nome

La tradizione vuole che il nome di Trani sia legato all'eroe della mitologia greca Diomede, il cui figlio Tirreno avrebbe fondato la città (che in effetti in passato veniva indicata come Tirenum o Turenum, nome però non attestato prima del IV secolo). Tale ipotesi è però considerata poco probabile dagli studiosi moderni, i quali hanno formulato due ipotesi più convincenti. Una afferma che Trani possa essere la forma ridotta di Traiano (nome che potrebbe essere stato dato alla città in onore dell'omonimo imperatore), mentre l'altra (considerata la più verosimile) ritiene più probabile una derivazione dal termine medievale trana (o traina) che indicava un'insenatura adatta alla pesca.



Testo e foto tratti da wikipedia.it






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